Conoscere i mercati
  • Didattica
  • FORMAZIONE E CORSI
  • SP500
  • Bund
  • Disclaimer

Una malizia per sfruttare il valore temporale.

2/25/2021

 
Oggi voglio farvi vedere una cosa di cui molti non si accorgono, come aumenta la volatilità implicita sulla chain delle opzioni.  Chi conosce le opzioni sa perfettamente cosa sia uno skew di volatilità : ve ne mostro una foto per fare capire il concetto anche a chi non conosce le opzioni. Come si vede la volatilità implicita sale mano a mano che ci si allontana dal valore corrente , piu' si va OTM aumenta la IV fino ad arrivare ai massimi valori sulle DOTM., opzioni con piccolo delta e poco valore composto essenzialmente da valore temporale ( dato dalla somma del theta e dal vega ) di cui la componente vega ( volatilità implicita = IV ) è il valore predominante.
Bene: tutti sanno che quando i mercati azionari scendono la volatilità si impenna , le opzioni put si gonfiano in modo spropositato di valore e lo fanno con escursione progressiva sugli strike piu' lontani ( come da skew allegato di cui vi parlavo sopra ).
Molti sanno che anche nelle call , malgrado la perdita di valore del sottostante gli faccia perdere delta cioè  valore assoluto , la IV sale in misura minore che sulle put ma sale. Questo sulle call dalle ATM alle OTM fino alle DOTM. ( parte destra del grafico 1 ) Ma se guardiamo le opzioni call ITM e soprattutto molto ITM vedremo una cosa che ci potrebbe sorprendere: molti pensano che le call ITM siano prezzate dal MM ( Market Maker ) con il loro valore intrinseco ( cioè il valore del sottostante meno lo strike dell'opzione ) invece la IV è la medesima delle put ( vedi grafico allegato 2 ) e questa volatilità che aumenta nelle fasi di discesa , che fa salire in modo "anomalo" il premio della call ITM potrebbe essere "incassata" hedgiandola col future ( cioè facendo l'operazione opposta col future ) se si pensa che , dal momento attuale alla scadenza dell'opzione, il prezzo del sottostante non scenda sotto il valore dello strike .
Vi allego un esempio pratico eseguito poco fa; la vendita della call strike 3300 a 520 punti e l'acquisto del future a 3806 punti .
Il premio della call strike 3300 ( quindi ITM ) ha una volatilità del 42% incorporata ( vedi immagine all. cerchietto giallo ) , volatilità che a scadenza non vale piu' nulla , oltre al theta da qui a scadenza ( il tempo che trascorre fa perdere valore all'opzione ) con un premio di 520 punti.
Quindi 3300 +520 punti = 3820 punti che dovrebbe essere il prezzo del future ; il future vale ora invece 3806 punti quindi l'opzione call 3300 sta prezzando esattamente 14 punti in piu' ( 50 dollari a punto ) che rappresentano il suo valore temporale. Il 19 marzo , terzo venerdi del mese, scadenza delle opzioni , il premio della call 3300  avrebbe solo il valore intrinseco ( come spiegavo sopra  valore sottostante 3806 meno valore strike ( 3300 )  cioè 506 punti ). Questi 14 punti sono incassati costantemente fino allo strike dell'opzione , quindi 3300 punti di SP500 un altro -19% circa da questi livelli nei 21 giorni che mancano a scadenza. Chi ritenesse che l'indice SP500 non dovesse scendere in questi 21 giorni sotto a 3300 punti avrebbe fatto un buon hedging . Il rischio che si corre è che a scadenza, qualore SP500 fosse sotto i 3300 punti ( 3286 per l'esattezza ) di ritrovarsi lunghi di un future .
Foto
Foto

VIXL chi lo conosce lo evita.

2/22/2021

 

Il VIXL è uno degli strumenti piu' utilizzati dai piccoli investitori per " proteggere" un portafoglio azionario o semplicemente per speculare su un eventuale ribasso dei mercati azionari.
E' un Etn , uno strumento a leva che ha come sottostante  lo short term VIX , cioè il contratto future sul VIX con scadenza mensile piu' ravvicinata.
Il VIX è uno strumento molto complesso. Ha un future con scadenza mensile , è "ordinariamente" in contango cioè i contratti dei mesi successivi hanno un valore piu' alto del precedente poichè piu' ci si allontana nel tempo piu' le possibilità/ probabilità che possa succedere qualche evento "non prevedibile" sui mercati diventa plausibile. Il VIX quindi è denominato l'indice della paura per la possibilità, probabilità che possa verificarsi un evento imprevisto e nefasto ( ad esempio l'arrivo del Covid a marzo che ha fatto crollare i mercati bloccando le economie mondiali ). Questa "aspettativa" e probabilità statistica viene prezzata nella volatilità implicita delle opzioni scadenza ad un mese ed è misurata  appunto dal Vix.
Nel momento in cui il contratto mensile scade e il successivo ( che  solitamente è in contango , quindi piu' alto come valore )  aumenta di valore ( ma il Vixl rimane invariato chiaramente )  ma se non succede nulla di "imprevisto" o non vi sono correzioni importanti sui mercati che ne determinano l'aumento di volatilità, la "paura per  l'evento imprevisto" svanisce ed il Vix tende sempre a ritornare al valore del contratto precedente , quindi a scendere di valore . ( allego grafico 1 ).
Il Vixl che lo segue a ruota tende di conseguenza a scendere ma, essendo uno strumento a leva, tende a scendere maggiormente e soprattutto soffre dell'effetto compounding ( effetto matematico) caratteristica negativa che hanno tutti gli strumenti a leva.
Di seguito ( allegato 2 ) l'immagine del grafico del Vixl negli anni. La tendenza è palese.
PS: i valori sono altissimi poichè avendo raggiunto un valore di 0.027 l'emittente ha deciso di fare un raggruppamento di circa 1:57.000 per ripartire , un paio di mesi fa , da 154 euro di valore. Per la cronaca oggi siamo a 55 , ma per arrivare a zero ( come in precedenza) negli anni tanti saranno gli "investitori " incauti e che non ne conoscono a fondo il funzionamento che perderanno soldi mediando e "sperando" nel famoso grosso rimbalzo che ogni tanto si verifica.
Non è uno strumento su cui  fare il cassettista e soprattutto mediare come fanno in tanti ma da utilizzare con dei mordi e fuggi  per cercare un picco di volatilità nel breve termine ed il timing è fondamentale

Foto
Foto

Come si determina il settlement sui mercati americani.

12/6/2019

 
Tra i trader e gli operatori di mercato è frequente ascoltare lamentele sulla "discrepanza" tra il prezzo negoziato pochi secondi prima del settlement e il settlement stesso pubblicato dal CME sul sito ufficiale.
Il regolamento del CME cita testualmente :  Option exercise results in a position in the underlying cash-settled Futures contract. Options which are in-the-money on the last day of trading are automatically exercised.
In-the-money QUARTERLY OPTIONS, in the absence of contrary instructions delivered to the Clearing House by 7:00 p.m. on the day of the expiration, are exercised automatically into expiring cash-settled futures, which settle to the SOQ calculated the morning of the 3rd Friday of the contract month.
In-the-money SERIAL OPTIONS, in the absence of contrary instructions delivered to the Clearing House by 7:00 p.m. on the day of the expiration, shall be exercised automatically on serial option expiration day.
In sostanza su ES ( CME ) ci sono due tipi di opzioni , quelle seriali ( che scadono ogni mese e anche le settimanali ) che scadono il venerdi pomeriggio e quelle trimestrali ( molto importanti) che scadono insieme al future la mattina in apertura della borsa. Per evitare che qualcuno possa condizionare singole azioni per manipolare il settlement si sono inventati il SOQ. Il SOQ è un  valore di settlement "speciale" che tiene conto della media del prezzo ponderata PER VOLUMI dell'ultimo minuto di contrattazione di tutti i titoli che compongono il sottostante; questo significa che il prezzo che ha piu' volumi di scambi ha un peso maggiore rispetto a quello battuto con meno volumi ( in sostanza si evita di conteggiare eventuali spike sui titoli e sul future ).Da qui la differenza , a volte anche sostanziale, dell'ultimo valore battuto dal future da quello del settlement.

La strategia vincente nel trading

1/20/2019

 
Come ben sa chi mi conosce bene non amo parlare o pubblicare le mie strategie , frutto di 30 anni di esperienza reale sui mercati finanziari, ma dare consigli utili o spunti di riflessione per evitare di perdere tempo con cose inutili e/o ottimizzare qualche idea o concetto che si conosce.
Oggi invece voglio svelare la strategia vincente , il santo graal , quello che tutti i trader cercano in modo assiduo. Essa è basata su tre componenti :
1) il ragionamento
2) la conoscenza
3) l'esperienza.
1) Il ragionamento quale processo cognitivo  è la risorsa fondamentale della strategia. Senza una giusta elasticità mentale è per molti difficile capire e/o seguire concetti fondamentali che fanno parte di questa disciplina. Il ragionamento deve essere presente come attitudine nelle sue due principali "espressioni/modalità" , quello deduttivo e quello induttivo.
2) La conoscenza , lo studio continuo degli strumenti con cui si replicano i mercati finanziari globali.La conoscenza rende liberi diceva Socrate , permette  l'approfondimento di tutti i temi che si affrontano col ragionamento sviluppandoli in tutti le loro variabili. Sovente si leggono analisi, concetti, affermazioni, considerazioni  fatte palesemente con una conoscenza superficiale dell'argomento di cui si sta parlando , argomentazioni effimere e senza consistenza non supportate da esempi numerici e/o applicazione pratiche.
La conoscenza è il fulcro della strategia , è quella piu' difficile da apprendere e da assimilare poichè richiede tanto studio e tanto impegno alla stregua di tante altre discipline. L'ignoranza finanziaria è il peggior nemico del trader.
3) L'esperienza è il valore aggiunto che si acquisisce con l'età, con il tempo che si è trascorso davanti ai monitor a vivere direttamente i mercati nelle loro diverse fasi , da quelle piu' tranquille a quelle piu' "inquiete ed irrazionali" che sono quelle da cui si apprendono gli insegnamenti nel modo migliore. Vederle rappresentati sui grafici ed averle vissute emotivamente con posizioni reali a mercato e con decisioni da prendere è completamente diverso.
L'esperienza è il collante delle prime due variabili della strategia , è quella che permette di utilizzare uno strumento finanziario piuttosto che un altro, una " combinazione di strumenti finanziari" che si definisce "strategia" al posto di altri perchè piu' convenienti e redditizi in determinate fasi di mercato piuttosto che in altre.
Quando si hanno questi tre requisiti la strategia vincente si materializza da sola, circostanza per circostanza, in maniera automatica , creando le condizioni piu' vantaggiose per seguire il mercato nei sui flussi fisiologici , ponderando a priori i rischi e i benefici che si possono trarre in ogni singolo approccio. Non esiste la strategia vincente per tutte le stagioni , le strategie devono essere come un abito confezionato su misura per ciascuno di noi , spesso nascono in momenti di mercato tranquilli e si evolvono in momenti di mercato "inquieti" .
Molti saranno rimasti delusi da questo post pensando che in sostanza non rivela nulla, altri avranno capito poco ( non perchè siano stupidi ma perchè non hanno ancora una maturità/conoscenza tale per farlo ) , a qualcuno gli si sarà accesa la lampadina che lo porterà su determinati percorsi di studio o di approfondimento  ( visto che se ha raccolto probabilmente c'è già ) e di maggiore consapevolezza nell'approccio coi mercati finanziari.




Il vega delle opzioni è come il colesterolo, c'è quello buono e quello cattivo.

1/7/2019

 
Per prima cosa cerchiamo di definire in modo semplice il vega : il vega è la greca ( derivata prima ) che esprime la sensibilità di una opzione al variare della volatilità del sottostante;  attenzione , ho scritto al variare della volatilità del sottostante non solo alla variazione di prezzo del sottostante . La differenza è importante ; solitamente , come molti sanno, il vega ( mi riferisco ai mercati azionari ) aumenta quando i prezzi scendono e piu' scendono velocemente piu' il vega diventa reattivo. Se i prezzi scendono ma lo fanno in maniera ordinata , con alternanza di rialzi e ribassi contenuti, in una normale fase di correzione , con escursioni giornaliere non molto elevate, il vega è molto meno reattivo  poichè non è un fattore costante .  Varia anche all'avvicinarsi della scadenza del contratto di opzione.
Il vega , la volatilità implicita di una opzione,  non è altro quindi che una aspettativa che rappresenta la stima degli operatori riguardo alla volatilità futura dell'attività sottostante.
La descrizione sommaria era doverosa come premessa alle considerazioni che vado a fare.
Molti trader aprono delle posizioni facendo strangle , cioè vendendo opzioni otm sia call sia put , sfruttando la distanza dal prezzo corrente del sottostante , ipotizzando che il sottostante rimanga nel range tra i due strike utilizzati . Si utilizzano diversi concetti per aprirle, chi utilizza le Deviazioni standard , chi utilizza i livelli di supporto e di resistenza che vede coi grafici, chi utilizza il posizionamento degli OI ( relativi alla scadenza scelta ) sugli strike  piu' rilevanti, cioè quelli che hanno un maggior numero di posizione aperte.
Bene, queste strategie partono con un delta pressochè neutrale ( che non significa affatto prive di rischio , anzi , ma di questo ne parlero' in un altro momento ) ma hanno un vega molto alto . Faccio un esempio pratico ai prezzi attuali su SP500 perchè ritengo che i numeri siano sempre la migliore esplicazione dei concetti. Vendo una call strike 2850 scadenza giugno a 23 e vendo una put strike 2300 a 52 , sempre scadenza giugno. Totale incasso premi sono 3.747 dollari ed è il payoff ( guadagno massimo ) di questa operazione. Il vega di questa operazione è la somma del vega di entrambe le opzioni vendute ( la call e la put) .
Nella ipotesi che il mercato salga tra 20/25 giorni di 170 punti  l'at now della posizione sarebbe di - 80 dollari, nella ipotesi contraria che il mercato scenda di 170 punti (l'ho fatto a parità di volatilità , anche se sappiamo che la IV  sale quando il mercato scende , è a titolo esemplificativo ) l'at now sarebbe - 1251 dollari. Si nota ad occhio come il vega della put  venduta sia molto piu' "pericoloso" del vega della call venduta . Quindi possiamo affermare che guardare il vega complessivo di una posizione , senza sapere quali sono i suoi componenti , ( o la combinazione/struttura  dei suoi componenti , ) puo' essere  fuorviante.
Foto
Foto
Foto

Open Interest

11/4/2018

 
Gli Open Interest ( che abbreviero' in OI ) sono sempre di piu' sulla bocca di molte persone che , non conoscendo a fondo le opzioni, non conoscendo a fondo le problematiche e le modalità operative che intercorrono in determinati frangenti/situazioni   ( copertura col future in delta hedging o gamma scalping) danno delle interpretazioni molto superficiali e grossolane .
Definizione da wikipedia : " L'open interest rappresenta il numero di contratti derivati, come futures e opzioni, non ancora chiusi ad uno specifico momento temporale. Si può definire dunque come la somma di tutte le posizioni lunghe o corte aperte nel mercato in uno specifico istante."
Faccio copia e incolla della spiegazione che ho messo in una chat di amici opzionisti già qualche anno fa ma che ho ripetuto proprio nei giorni scorsi ( perchè , purtroppo c'è sempre qualcuno che vuole fare "previsioni" sul mercato anche con strumenti che non conosce ).
Dopo tanto parlare sugli OI in questi anni i " problemi" sono sempre gli stessi. Le previsioni . Purtroppo nessuno puo' sapere gli incroci di miriadi di posizioni a mercato. PS: i MM si coprono ad ogni operazione rimanendo delta neutrali a mercato , il loro lavoro è dare liquidità al mercato ( contropartita) e il loro gain sono gli spread . Gli OI hanno una funzione STATISTICA ( non previsionale )  ben precisa. Nel corso degli anni si è potuto appurare che bene o male all'inizio di una scadenza trimestrale gli operatori istituzionali fanno sempre le stesse cose . Quando il trend è rialzista ( vedi SP500 in questi ultimi 8 anni ) il put/call ratio è sempre superiore a 1. Le call sono sempre meno delle put . Quando vi è un volume imponente/importante su uno strike significa che quello è un livello sensibile, che il mercato "riconosce" e che ritiene valido. Le scadenze importanti sono le trimestrali, le altre servono per incrementare/diminuire l'operatività di trading e il loro risultato evapora come acqua al sole, non stabiliscono trend. Quando si arriva sui suddetti strike dopo un lungo movimento al rialzo o al ribasso ( es +8/10% o -8/10% ) e l'indice di ripartizione ( opzioni put o call andate ITM ) arriva a percentuali che si avvicinano al 60/70/80/90% ( a seconda dei sottostanti) è STATISTICAMENTE molto probabile che il movimento sia arrivato a fine corsa. Ci saranno scaramuccie per qualche giorno su quello strike dei futuristi a "difesa" ma , nella maggior parte delle volte , hanno ragione quelli che quegli strike li hanno venduti. Se invece su uno strike molto "gettonato" ci si avvicina dopo una lunga fase di congestione , con la ripartizione che si aggira intorno al 30/35% , STATISTICAMENTE quello strike verrà demolito dagli short sqeeze ( in caso di call ) o incrementi di future short ( in caso di put) , da rollover e/o  dalle ricoperture di coloro che utilizzano il future per difendere/sterilizzare la posizione ( a seconda del tempo che manca alla scadenza presa in esame ). Da quei livelli solitamente partono dei trend che portano i mercati alle proiezioni delle congestioni che hanno fatto ( di cui ho sempre parlato nelle mie analisi ) ( e quindi si arriva sul 60/70/80%  dove finalmente  chi vuole vendere theta ( in call ) o vega ( in put) puo' avere maggiori chanche di fare gain.  E ' cosi' che devono essere utilizzati . Guardare sui siti dell'eurex o CME e vedere che c'è uno strike con tanti volumi  e affermare che farà da supporto ( o resistenza ) senza sapere a che punto stiamo con la ripartizione , significa non avere capito come si "interpretano" questi numeri o quando possono risultari utili alla operatività .
E per fare una dimostrazione pratica di quello che ho scritto sopra , proprio stamane , mentre facevo pulizia su un pc , ho trovato un vecchio foglio sul bund del 2016 che lo dimostra chiaramente , numeri alla mano.
La prima immagine è l'insieme degli OI che erano a mercato, la seconda immagine rappresenta la ripartizione e si vede chiaramente come a 165.97 , valore di chiusura del bund del giorno precedente, la ripartizione fosse tirata al massimo ( penso una , se non la piu' alta che ho visto nella mia carriera  ventennale sul bund) , la terza immagine rappresenta l'incremento degli OI giornaliero sul future che sono stati mantenuti a mercato supportando il trend rialzista , la quarta immagine ( la sono andata a verificare per curiosità perchè proprio non lo ricordavo ) dimostra come il bund nel giorno successivo abbia fatto una spike rilazista di ulteriori 50/60 punti rispetto ai massimi del giorno precedente , poi abbia perso oltre una figura il giorno successivo e abbia consolidato , prima del rollover del contratto, i prezzi circa 150/200 punti piu' in basso dai massimi raggiunti in quella circostanza.

Foto
Foto
Foto
Foto

Quanto margina una opzione naked

3/5/2018

 
Questa è la domanda principale che si pone un opzionista quando pensa di vendere opzioni naked ( cioè allo scoperto ) o nell' ambito di una strategia piu' complessa , quando la struttura rimane con opzioni vendute scoperte sui lati . In base ad ogni tipo di strategia i margini vengono calcolati dalla risultanza dall'insieme delle componenti la strategia ). Inoltre ogni broker applica margini diversi , ma per avere una valutazione con buona approssimazione , vi allego la risposta che ha formulato un broker relativamente a opzioni su SPMIB  .
Nel vendere allo scoperto un opzione , gli algoritmi del metodo TIMS considerano l’ammontare di rischio sottoposto a copertura. Questo ammontare è rappresentato dal più alto costo (margin requirement) sostenuto per chiudere tutte le posizioni assumendo l’ipotesi che si verifichi lo scenario peggiore di movimento dei prezzi del sottostante. Per il caso in questione appunto al momento la Cassa di Compensazione e Garanzia stima che la max perdita stimata ad un giorno (probabilità del 99%) sia pari a 7.75%.
I principali elementi utilizzati nel calcolo del costo di liquidazione del portafoglio sono:
Margin Interval: definisce la massima fluttuazione del prezzo ad un giorno, ossia la variazione di prezzo del sottostante il prodotto derivato non dovrebbe essere superiore, con il 99% di probabilità, a quella stimata secondo determinati modelli statistici.
 Risk Free Rate: tasso di interesse interbancario overnight (EURIBOR a un giorno);
 Implied Volatility: indica il valore atteso, incorporato negli attuali prezzi di mercato delle Opzioni, della volatilità attesa del sottostante;
 Theoretical Pricing Model: algoritmo di calcolo utilizzato per determinare il valore teorico dell’opzione;
 “Class Group” e “Product Group”: il primo elemento permette di identificare e quindi aggregare tutti quei prodotti finanziari (derivati e non) che hanno lo stesso sottostante, mentre il secondo identifica tutti quei “Gruppi di prodotti aggregati per Classi” che presentano un elevato livello di correlazione nei prezzi dei sottostanti. Entrambi i parametri permettono di calcolare il rischio associato a un portafoglio integrato di prodotti finanziari con differenti caratteristiche (Opzioni, Future, azioni, Exchange Traded Fund, Warrant, Convertible Bond) e con diversi sottostanti (diversa rischiosità).
Il margine per la vendita allo scoperto di opzioni si compone di quattro componenti:
1. “Premium Margin”, costo di liquidazione delle posizioni in opzioni al valore corrente di mercato;
4. “Additional Margin”, costo addizionale di liquidazione delle posizioni in opzioni (ma anche in Futures che non fanno “spread “ e in “Securities Position” ) nell’ipotesi in cui dovesse verificarsi lo scenario peggiore di movimento dei prezzi del sottostante. Nel caso in cui il valore così determinato dovesse risultare nell’ambito dell’aggregazione “Gruppo di Prodotto” minore del “Minimum Margin”, allora sarà preso in considerazione quest’ultimo elemento.
Dal punto di vista operativo come comportarsi per avere una stima del margine richiesto per l'opzione che si intende "shortare"?
Si deve estrarre dal prezzo di mercato la volatilità implicita di quell'opzione. Dopodiché se si tratta solo di vendita semplice di opzioni call si consideri l'ipotesi che il sottostante aumenti del 7.75% (il contrario per opzioni put), si ricalcoli sulla base della volatilità implicita precedentemente determinata il valore teorico dell'opzione e si sottragga successivamente il suo valore di mercato. Il valore così determinato rappresenta la componente di “Additional Margin”.

Per determinare il margine totale dovuto si deve aggiungere (algebricamente) all'additional margin il valore di mercato dell'opzione (premium margin). Il valore così ottenuto dovrà essere opportunamente moltiplicato per la size e per il numero di opzioni che si intende "shortare".

Naturalmente la determinazione del margine diventa un po' più complicata in presenza di strategie più complesse.







Whati if , ovvero simulare per capire

2/28/2018

 
Come capita sempre in occasione di un evento importante che potrebbe essere un market mover per il mercato di riferimento , gli opzionisti iniziano a pensare a come sfruttare , riducendo al minimo i rischi ,  una strategia che possa performare positivamente sia in caso di evento positivo che negativo . Le prime considerazioni / riflessioni utili sono le piu' banali : ma il Market Maker alza la IV ( volatilità implicita ) prima dell'evento, mica è fesso e altre considerazioni sull'entità del movimento, sull'ammontare dei premi pagati ecc. La cosa piu' importante , come ripeto da sempre, sono le greche, occorre sempre guardare le greche e capire "cosa paghiamo"  con il premio dell'opzione che acquistiamo. Stiamo pagando "troppo" per quello che ci aspettiamo dal mercato ? ​Come fare per capirlo ? Come avere una idea di massima su quello che potrebbe succedere se il mercato si dovesse muovere in un modo piuttosto che in un altro? Fare una simulazione.
​L'errore piu' comune degli opzionisti  piu' "acerbi" ( che utilizza programmi free ) è guardare la linea del payoff a scadenza e posizionarsi col cursore sul livello di prezzo che si ipotizza per il sottostante. Quel valore è completamente errato e fuorviante ( oltre che essere un errore concettuale ) . Per illustrare la differenza faccio un esempio pratico con una posizione appena aperta su SP500 e che scade il 16 marzo.
​Nel primo allegato si vede la figura della strategia col suo payoff , l'at now e le sue greche;
​nel secondo allegato provo a simulare che il giorno 6 marzo il future su  SP500 ( sottostante di queste opzioni ) valga 2650 punti e la volatilità rimanga inalterata rispetto a quella attuale: ebbene il mio at now, cioè il valore della mia posizione , qualora la volessi chiudere in quell'istante, sarebbe positivo di 23 dollari , mentre a scadenza ( il 16 marzo ) allo stesso valore di future , guadagnerei 1100 dollari ;
​nel terzo allego provo a simulare che il giorno 6 marzo il future SP500 valga sempre 2650 punti ma che la volatilità sia aumentata di 5 rispetto ai valori attuali : come si puo' vedere il mio at now è negativo di 501 dollari, quindi , se in quel momento volessi chiudere la mia posizione avrei un loss di 501 dollari , mentre a scadenza ( sempre il 16 marzo , quindi 10 giorni dopo) guadagnerei 1100 dolalri , come da payoff.
Foto
Foto
Foto

Concetti basi sul funzionamento delle opzioni

2/9/2018

 
​I prezzi delle opzioni rappresentano l'incontro tra le domande di acquisto e vendita immesse ogni giorno sul mercato dai vari operatori, professionisti e retails.
Una figura di particolare importanza che si muove sul mercato con il fondamentale compito di assicurare liquidità al mercato e garantire una controparte in acquisto e vendita è il Market Maker.
Essendo prodotti derivati, sappiamo che le opzioni hanno un valore che dipende dal rendimento del sottostante, non solo dal rendimento attuale ma sopratutto dal rendimento atteso.
Ricapitolando i fattori che determinano il prezzo di una opzione sono:
1) Il prezzo del sottostante
2) Il prezzo strike
3) La scadenza
4) La volatilità
5) Il tasso di interesse
6) In alcuni casi, come le opzioni Mibo sull'indice Italiano FtseMib40, i dividendi.
Il prezzo del sottostante ed il prezzo strike concorrono alla formazione del valore intrinseco di una opzione.
La scadenza crea il valore temporale di una opzione.
Lo stacco dei dividendi influenza soltanto le opzioni sui titoli azionari.
Il tasso di interesse influenza il valore delle opzioni di tipo europeo soltanto alla scadenza.
La Volatilità è invece il parametro di gran lunga più importante per chi opera nei mercati finanziari con strumenti in leva come le opzioni. La volatilità misura i movimenti di un determinato strumento finanziario in un dato lasso di tempo. Per misurarla vengono utilizzati strumenti statistici come ad esempio la deviazione standard che servono appunto a misurare le aspettative future del mercato.
Quando parliamo di volatilità dobbiamo fare riferimento a tre tipologie di volatilità: la Volatilità Storica, la Volatilità Implicita, la Volatilità Attesa.
La Volatilità Storica è un semplice calcolo dei movimenti passati di un determinato mercato finanziario in un determinato lasso di tempo: può essere calcolata annualmente, mensilmente, settimanalmente.
La Volatilità Implicita di una opzione è molto meno semplice da calcolare. Se ne può fare una stima approssimativa calcolando il prezzo del sottostante, il prezzo delle opzioni, il prezzo strike, i giorni a scadenza ed il tasso di interesse.
Esistono comunque varie procedure per il calcolo della Volatilà Implicita, la più conosciuta è la formula Black % Scholes.
Invece la Volatilità Attesa è la variabile più importante. E' quel parametro che ciascun operatore tenterà di prevedere per il futuro relativamente ai movimenti attesi del sottostante. In una parola è la scommessa sulla possibilità di variazione del prezzo del sottostante per un determinato arco di tempo: maggiore sarà la volatilità attesa e maggiore sarà il prezzo di una opzione.
Il peso della volatilità ha impatti diversi sulle varie tipologie di opzioni: in termini relativi e percentuali, le opzioni che maggiormente subiscono le variazioni di volatilità sono le opzioni Otm.
La volatilità, a differenza del tempo a scadenza, del tasso di interesse, del prezzo strike e del prezzo del sottostante, è l'unico elemento non conosciuto che ha la più importante influenza sul prezzo di una opzione.
In pratica essa riflette le aspettative degli operatori. Ad esempio in un mercato dove la maggior parte degli operatori ha aspettative future ribassiste la volatilità implicita delle opzioni Put sarà maggiore di quella delle opzioni Call e di conseguenza i prezzi avranno valori diversi.

Iniziamo con questo leggero articolo una rapida serie didattica sul mondo delle opzioni con l’intento di far comprendere come si forma il prezzo di un’opzione, quali sono i parametri e le variabili da controllare.
Nel mercato è possibile acquistare o vendere opzioni al valore del sottostante oppure ad un valore che può essere inferiore o superiore a quello del
sottostante. Per comprendere come vengono elaborati determinati parametri è importante comprendere che i prezzi di esercizio delle opzioni possono estendersi a valori anche più distanti dall’indice di Borsa, cioè dal sottostante,
E’ possibile classificare questi prezzi e paramentri in questo modo:
1) quando i prezzi sono uguali o vicini al sottostante parleremo di Opzioni At the money ATM
2) quando i prezzi sono inferiori al sottostante parleremo di Opzioni In the money ITM nel caso di opzioni Call ed Out the money OTM se
avremo a che fare con opzioni Put.
3) Quando i prezzi sono superiori al sottostante parleremo di Opzioni Itm nel caso di opzioni Put ed Out the money OTM nel caso di Call
money (OTM) parlando di opzioni Call e prezzi In the money (ITM)
parlando invece di opzioni Put.
La particolarità delle opzioni è che, pur essendo strumenti finanziari derivati, hanno un
valore proprio che può essere diviso in due parti: Valore intrinseco – Valore temporale.
Il Valore Intrinseco è semplicemente la differenza fra sottostante e prezzo di esercizio.
Il Valore Temporale è il pagamento di un prezzo in virtù del tempo concesso in funzione della scadenza dell’opzioni.
Il Valore Intriseco di una opzione OTM è uguale a Zero: il loro prezzo è costituito essenzialmente da valore temporale.
Il Valore di una opzione ITM è invece composto da Valore Intrinseco e Valore Temporale: il Valore Temporale si ottiene sottraendo il Valore Intrinseco dal Prezzo Strike.
Per calcolare invece il Valore Intrinseco di una opzione Call bisogna sottrarre il valore dello strike dal prezzo del sottostante, ovvero Prezzo Strike meno Prezzo Sottostante e viceversa per calcolare il Valore Intriseco di una Put, Prezzo Sottostante meno Prezzo Strike.
E’ facile intuire che il valore temporale di una opzione è più alto quanto più distante sarà la scadenza dell’opzione stessa. Avvicinandosi alla scadenza la componente temporale tenderà a diminuire sempre di più ed il prezzo dell’opzione varrà sempre meno.
E’ importante ricordare comunque che il valore temporale di opzioni Atm ed Itm è calcolabile in modo più o meno lineare in quanto per entrambe la componente temporale è una minima parte del loro valore. Discorso diverso invece per le opzioni Otm il cui decadimento temporale non avrà sempre la medesima intensità in quanto è proporzionale alla radice quadrata del tempo mancante a scadenza, ovvero la perdita di valore sara piccola fino a che la scadenza è lontana e aumenterà invece progressivamente con il passare dei giorni ed all’approssimarsi della scadenza.

Tralascio le altre greche primarie: delta, vega e theta delle quali si è scritto di tutto e di più e preferisco focalizzarmi sulla greca più importante e tecnica che rende le opzioni uno strumento esplosivo per la gestione del proprio portafoglio.
Il Gamma è un parametro che influenza sensibilmente il prezzo delle opzioni ed è piuttosto tecnico e di difficile comprensione.
E’ comunque importante conoscere questa greca poichè è determinante per la costruzione di strategie più o meno complesse in opzioni e la successiva gestione e profittabilità.
Come tutti sanno il Delta fornisce una misura diretta dell’impatto dei movimenti del sottostante sul prezzo dell’opzione. Nello specifico sappiamo che il Delta cambia sostanzialmente al variare della differenza che c’è tra lo strike price e la quotazione attuale del sottostante, a parità delle altre condizioni.
In pratica, quando una opzione Call passa dall’essere OTM, ad ATM e poi ad ITM, il suo Delta risulterà in progressivo aumento.
Per sapere di quanto è il cambiamento del Delta al variare del prezzo del sottostante ci viene in aiuto il Gamma.
Praticamente il Gamma dà una misura della velocità del cambiamento del Delta relativamente alla variazione del sottostante.
Il Gamma indica la minore o maggiore velocità con la quale il Delta si muove, rispetto a quanto si muove il sottostante. E, a tutti gli effetti, la misura di quanto il Delta di un’opzione cambia ad ogni incremento di un’unità nel prezzo del sottostante.
A livello operativo un Gamma positivo significa che il Delta di un’opzione salirà all’aumentare del prezzo del sottostante e, viceversa, che diminuirà seguendo il deprezzamento del sottostante. Al contrario, il Delta di un’opzione con Gamma negativo diminuirà all’aumentare del sottostante e salirà al suo diminuire.
La correlazione delle opzioni in acquisto è positiva rispetto al sottostante (una long call acquista valore al salire dei prezzi ed una long put acquista valore al decrescere dei prezzi) e positivo sarà il loro Gamma.
La correlazione delle opzioni in vendita è negativa rispetto al sottostante (una short call acquista valore al decrescere del sottostante ed una short put all’aumentare del sottostante) e negativo sarà il loro Gamma.
A questo punto è importante sapere che il Gamma è quasi nullo su opzioni Deep Itm e Deep Otm poichè il loro Delta ha una scarsissima reattività al movimento del sottostante ma invece ha una elevatissima reattività nelle opzioni ATM poichè sono le più sensibili a tutti i cambiamenti di prezzo del sottostante.
Alla luce di quanto scritto è obbligatorio ricordarsi che le opzioni Atm hanno il Gamma più elevato che sta a significare che il loro Delta ha maggiore sensibilità ai movimenti.
Si rende quindi necessario, per chi intende operare in opzioni, conoscere alla perfezione le strategie di Gamma ed il loro utilizzo per difendersi o attaccare con quella che è la Greca più importante e profittevole.

ETF ribassisti sul bund

2/9/2018

 
Ultimamente leggo sempre piu' spesso persone che vogliono sfruttare l'eventuale ribasso del bund, titolo di stato tedesco. La fine annunciata del QE in Europa, la sua riduzione già da gennaio, l'ipotesi di un rialzo tassi negli USA da parte della Fed per il surriscaldarsi dell'economia e quindi dell'inflazione , sono tutte considerazioni a favore di un ribasso dei titoli obbligazionari e di una salita del loro rendimento. Molti pensano subito all'etf a leva 2, il double short bund per "cavalcare" il ribasso. Ho letto anche di qualche trader "blasonato" , che hanno siti a pagamento e che è da oltre un anno che affermano di accumulare questo prodotto ( contro trend )  e lo consigliano ai loro abbonati per il ribasso che sarebbe avvenuto, stanno millantando profitti che in realtà non ci sono. Molti guardano le quotazioni e dopo averlo visto a 165 ed ora a 158 possono pensarlo perché non ne conoscono le dinamiche.
​Questi etf lavorano con i future del bund che hanno scadenze trimestrali. Il prezzo della scadenza successiva è solitamente molto piu' basso di quello precedente poiché sconta lo stacco delle cedole ( anche il risk free rate ma non vorrei entrare troppo nel tecnico) . Queste cedole , quando si ha una posizione short, sono lo "scotto" che si deve pagare , ed è il reale costo di chi detiene questi ETF.
​Per quantificare quanto costa detenere per un anno una posizione short sul bund con questi strumenti basta prendere tutti i contratti dell'anno e verificarne la differenza. Vi allego il grafico dell'ETF col relativo rendimento ad un anno ( dopo che il bund  ha perso 8 figure ) e i valori dei contratti bund di giugno e settembre cosi' quanto esposto sarà piu' chiaro.
Foto
Foto
<<Precedente

    Archives

    Febbraio 2021
    Dicembre 2019
    Gennaio 2019
    Novembre 2018
    Marzo 2018
    Febbraio 2018
    Settembre 2017
    Marzo 2017
    Giugno 2016
    Marzo 2016
    Febbraio 2016
    Gennaio 2016
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Maggio 2015
    Febbraio 2015

    Author

    Biondao

    Categories

    Tutto

    Feed RSS

Powered by Create your own unique website with customizable templates.