I prezzi delle opzioni rappresentano l'incontro tra le domande di acquisto e vendita immesse ogni giorno sul mercato dai vari operatori, professionisti e retails.
Una figura di particolare importanza che si muove sul mercato con il fondamentale compito di assicurare liquidità al mercato e garantire una controparte in acquisto e vendita è il Market Maker.
Essendo prodotti derivati, sappiamo che le opzioni hanno un valore che dipende dal rendimento del sottostante, non solo dal rendimento attuale ma sopratutto dal rendimento atteso.
Ricapitolando i fattori che determinano il prezzo di una opzione sono:
1) Il prezzo del sottostante
2) Il prezzo strike
3) La scadenza
4) La volatilità
5) Il tasso di interesse
6) In alcuni casi, come le opzioni Mibo sull'indice Italiano FtseMib40, i dividendi.
Il prezzo del sottostante ed il prezzo strike concorrono alla formazione del valore intrinseco di una opzione.
La scadenza crea il valore temporale di una opzione.
Lo stacco dei dividendi influenza soltanto le opzioni sui titoli azionari.
Il tasso di interesse influenza il valore delle opzioni di tipo europeo soltanto alla scadenza.
La Volatilità è invece il parametro di gran lunga più importante per chi opera nei mercati finanziari con strumenti in leva come le opzioni. La volatilità misura i movimenti di un determinato strumento finanziario in un dato lasso di tempo. Per misurarla vengono utilizzati strumenti statistici come ad esempio la deviazione standard che servono appunto a misurare le aspettative future del mercato.
Quando parliamo di volatilità dobbiamo fare riferimento a tre tipologie di volatilità: la Volatilità Storica, la Volatilità Implicita, la Volatilità Attesa.
La Volatilità Storica è un semplice calcolo dei movimenti passati di un determinato mercato finanziario in un determinato lasso di tempo: può essere calcolata annualmente, mensilmente, settimanalmente.
La Volatilità Implicita di una opzione è molto meno semplice da calcolare. Se ne può fare una stima approssimativa calcolando il prezzo del sottostante, il prezzo delle opzioni, il prezzo strike, i giorni a scadenza ed il tasso di interesse.
Esistono comunque varie procedure per il calcolo della Volatilà Implicita, la più conosciuta è la formula Black % Scholes.
Invece la Volatilità Attesa è la variabile più importante. E' quel parametro che ciascun operatore tenterà di prevedere per il futuro relativamente ai movimenti attesi del sottostante. In una parola è la scommessa sulla possibilità di variazione del prezzo del sottostante per un determinato arco di tempo: maggiore sarà la volatilità attesa e maggiore sarà il prezzo di una opzione.
Il peso della volatilità ha impatti diversi sulle varie tipologie di opzioni: in termini relativi e percentuali, le opzioni che maggiormente subiscono le variazioni di volatilità sono le opzioni Otm.
La volatilità, a differenza del tempo a scadenza, del tasso di interesse, del prezzo strike e del prezzo del sottostante, è l'unico elemento non conosciuto che ha la più importante influenza sul prezzo di una opzione.
In pratica essa riflette le aspettative degli operatori. Ad esempio in un mercato dove la maggior parte degli operatori ha aspettative future ribassiste la volatilità implicita delle opzioni Put sarà maggiore di quella delle opzioni Call e di conseguenza i prezzi avranno valori diversi.
Iniziamo con questo leggero articolo una rapida serie didattica sul mondo delle opzioni con l’intento di far comprendere come si forma il prezzo di un’opzione, quali sono i parametri e le variabili da controllare.
Nel mercato è possibile acquistare o vendere opzioni al valore del sottostante oppure ad un valore che può essere inferiore o superiore a quello del
sottostante. Per comprendere come vengono elaborati determinati parametri è importante comprendere che i prezzi di esercizio delle opzioni possono estendersi a valori anche più distanti dall’indice di Borsa, cioè dal sottostante,
E’ possibile classificare questi prezzi e paramentri in questo modo:
1) quando i prezzi sono uguali o vicini al sottostante parleremo di Opzioni At the money ATM
2) quando i prezzi sono inferiori al sottostante parleremo di Opzioni In the money ITM nel caso di opzioni Call ed Out the money OTM se
avremo a che fare con opzioni Put.
3) Quando i prezzi sono superiori al sottostante parleremo di Opzioni Itm nel caso di opzioni Put ed Out the money OTM nel caso di Call
money (OTM) parlando di opzioni Call e prezzi In the money (ITM)
parlando invece di opzioni Put.
La particolarità delle opzioni è che, pur essendo strumenti finanziari derivati, hanno un
valore proprio che può essere diviso in due parti: Valore intrinseco – Valore temporale.
Il Valore Intrinseco è semplicemente la differenza fra sottostante e prezzo di esercizio.
Il Valore Temporale è il pagamento di un prezzo in virtù del tempo concesso in funzione della scadenza dell’opzioni.
Il Valore Intriseco di una opzione OTM è uguale a Zero: il loro prezzo è costituito essenzialmente da valore temporale.
Il Valore di una opzione ITM è invece composto da Valore Intrinseco e Valore Temporale: il Valore Temporale si ottiene sottraendo il Valore Intrinseco dal Prezzo Strike.
Per calcolare invece il Valore Intrinseco di una opzione Call bisogna sottrarre il valore dello strike dal prezzo del sottostante, ovvero Prezzo Strike meno Prezzo Sottostante e viceversa per calcolare il Valore Intriseco di una Put, Prezzo Sottostante meno Prezzo Strike.
E’ facile intuire che il valore temporale di una opzione è più alto quanto più distante sarà la scadenza dell’opzione stessa. Avvicinandosi alla scadenza la componente temporale tenderà a diminuire sempre di più ed il prezzo dell’opzione varrà sempre meno.
E’ importante ricordare comunque che il valore temporale di opzioni Atm ed Itm è calcolabile in modo più o meno lineare in quanto per entrambe la componente temporale è una minima parte del loro valore. Discorso diverso invece per le opzioni Otm il cui decadimento temporale non avrà sempre la medesima intensità in quanto è proporzionale alla radice quadrata del tempo mancante a scadenza, ovvero la perdita di valore sara piccola fino a che la scadenza è lontana e aumenterà invece progressivamente con il passare dei giorni ed all’approssimarsi della scadenza.
Tralascio le altre greche primarie: delta, vega e theta delle quali si è scritto di tutto e di più e preferisco focalizzarmi sulla greca più importante e tecnica che rende le opzioni uno strumento esplosivo per la gestione del proprio portafoglio.
Il Gamma è un parametro che influenza sensibilmente il prezzo delle opzioni ed è piuttosto tecnico e di difficile comprensione.
E’ comunque importante conoscere questa greca poichè è determinante per la costruzione di strategie più o meno complesse in opzioni e la successiva gestione e profittabilità.
Come tutti sanno il Delta fornisce una misura diretta dell’impatto dei movimenti del sottostante sul prezzo dell’opzione. Nello specifico sappiamo che il Delta cambia sostanzialmente al variare della differenza che c’è tra lo strike price e la quotazione attuale del sottostante, a parità delle altre condizioni.
In pratica, quando una opzione Call passa dall’essere OTM, ad ATM e poi ad ITM, il suo Delta risulterà in progressivo aumento.
Per sapere di quanto è il cambiamento del Delta al variare del prezzo del sottostante ci viene in aiuto il Gamma.
Praticamente il Gamma dà una misura della velocità del cambiamento del Delta relativamente alla variazione del sottostante.
Il Gamma indica la minore o maggiore velocità con la quale il Delta si muove, rispetto a quanto si muove il sottostante. E, a tutti gli effetti, la misura di quanto il Delta di un’opzione cambia ad ogni incremento di un’unità nel prezzo del sottostante.
A livello operativo un Gamma positivo significa che il Delta di un’opzione salirà all’aumentare del prezzo del sottostante e, viceversa, che diminuirà seguendo il deprezzamento del sottostante. Al contrario, il Delta di un’opzione con Gamma negativo diminuirà all’aumentare del sottostante e salirà al suo diminuire.
La correlazione delle opzioni in acquisto è positiva rispetto al sottostante (una long call acquista valore al salire dei prezzi ed una long put acquista valore al decrescere dei prezzi) e positivo sarà il loro Gamma.
La correlazione delle opzioni in vendita è negativa rispetto al sottostante (una short call acquista valore al decrescere del sottostante ed una short put all’aumentare del sottostante) e negativo sarà il loro Gamma.
A questo punto è importante sapere che il Gamma è quasi nullo su opzioni Deep Itm e Deep Otm poichè il loro Delta ha una scarsissima reattività al movimento del sottostante ma invece ha una elevatissima reattività nelle opzioni ATM poichè sono le più sensibili a tutti i cambiamenti di prezzo del sottostante.
Alla luce di quanto scritto è obbligatorio ricordarsi che le opzioni Atm hanno il Gamma più elevato che sta a significare che il loro Delta ha maggiore sensibilità ai movimenti.
Si rende quindi necessario, per chi intende operare in opzioni, conoscere alla perfezione le strategie di Gamma ed il loro utilizzo per difendersi o attaccare con quella che è la Greca più importante e profittevole.
Una figura di particolare importanza che si muove sul mercato con il fondamentale compito di assicurare liquidità al mercato e garantire una controparte in acquisto e vendita è il Market Maker.
Essendo prodotti derivati, sappiamo che le opzioni hanno un valore che dipende dal rendimento del sottostante, non solo dal rendimento attuale ma sopratutto dal rendimento atteso.
Ricapitolando i fattori che determinano il prezzo di una opzione sono:
1) Il prezzo del sottostante
2) Il prezzo strike
3) La scadenza
4) La volatilità
5) Il tasso di interesse
6) In alcuni casi, come le opzioni Mibo sull'indice Italiano FtseMib40, i dividendi.
Il prezzo del sottostante ed il prezzo strike concorrono alla formazione del valore intrinseco di una opzione.
La scadenza crea il valore temporale di una opzione.
Lo stacco dei dividendi influenza soltanto le opzioni sui titoli azionari.
Il tasso di interesse influenza il valore delle opzioni di tipo europeo soltanto alla scadenza.
La Volatilità è invece il parametro di gran lunga più importante per chi opera nei mercati finanziari con strumenti in leva come le opzioni. La volatilità misura i movimenti di un determinato strumento finanziario in un dato lasso di tempo. Per misurarla vengono utilizzati strumenti statistici come ad esempio la deviazione standard che servono appunto a misurare le aspettative future del mercato.
Quando parliamo di volatilità dobbiamo fare riferimento a tre tipologie di volatilità: la Volatilità Storica, la Volatilità Implicita, la Volatilità Attesa.
La Volatilità Storica è un semplice calcolo dei movimenti passati di un determinato mercato finanziario in un determinato lasso di tempo: può essere calcolata annualmente, mensilmente, settimanalmente.
La Volatilità Implicita di una opzione è molto meno semplice da calcolare. Se ne può fare una stima approssimativa calcolando il prezzo del sottostante, il prezzo delle opzioni, il prezzo strike, i giorni a scadenza ed il tasso di interesse.
Esistono comunque varie procedure per il calcolo della Volatilà Implicita, la più conosciuta è la formula Black % Scholes.
Invece la Volatilità Attesa è la variabile più importante. E' quel parametro che ciascun operatore tenterà di prevedere per il futuro relativamente ai movimenti attesi del sottostante. In una parola è la scommessa sulla possibilità di variazione del prezzo del sottostante per un determinato arco di tempo: maggiore sarà la volatilità attesa e maggiore sarà il prezzo di una opzione.
Il peso della volatilità ha impatti diversi sulle varie tipologie di opzioni: in termini relativi e percentuali, le opzioni che maggiormente subiscono le variazioni di volatilità sono le opzioni Otm.
La volatilità, a differenza del tempo a scadenza, del tasso di interesse, del prezzo strike e del prezzo del sottostante, è l'unico elemento non conosciuto che ha la più importante influenza sul prezzo di una opzione.
In pratica essa riflette le aspettative degli operatori. Ad esempio in un mercato dove la maggior parte degli operatori ha aspettative future ribassiste la volatilità implicita delle opzioni Put sarà maggiore di quella delle opzioni Call e di conseguenza i prezzi avranno valori diversi.
Iniziamo con questo leggero articolo una rapida serie didattica sul mondo delle opzioni con l’intento di far comprendere come si forma il prezzo di un’opzione, quali sono i parametri e le variabili da controllare.
Nel mercato è possibile acquistare o vendere opzioni al valore del sottostante oppure ad un valore che può essere inferiore o superiore a quello del
sottostante. Per comprendere come vengono elaborati determinati parametri è importante comprendere che i prezzi di esercizio delle opzioni possono estendersi a valori anche più distanti dall’indice di Borsa, cioè dal sottostante,
E’ possibile classificare questi prezzi e paramentri in questo modo:
1) quando i prezzi sono uguali o vicini al sottostante parleremo di Opzioni At the money ATM
2) quando i prezzi sono inferiori al sottostante parleremo di Opzioni In the money ITM nel caso di opzioni Call ed Out the money OTM se
avremo a che fare con opzioni Put.
3) Quando i prezzi sono superiori al sottostante parleremo di Opzioni Itm nel caso di opzioni Put ed Out the money OTM nel caso di Call
money (OTM) parlando di opzioni Call e prezzi In the money (ITM)
parlando invece di opzioni Put.
La particolarità delle opzioni è che, pur essendo strumenti finanziari derivati, hanno un
valore proprio che può essere diviso in due parti: Valore intrinseco – Valore temporale.
Il Valore Intrinseco è semplicemente la differenza fra sottostante e prezzo di esercizio.
Il Valore Temporale è il pagamento di un prezzo in virtù del tempo concesso in funzione della scadenza dell’opzioni.
Il Valore Intriseco di una opzione OTM è uguale a Zero: il loro prezzo è costituito essenzialmente da valore temporale.
Il Valore di una opzione ITM è invece composto da Valore Intrinseco e Valore Temporale: il Valore Temporale si ottiene sottraendo il Valore Intrinseco dal Prezzo Strike.
Per calcolare invece il Valore Intrinseco di una opzione Call bisogna sottrarre il valore dello strike dal prezzo del sottostante, ovvero Prezzo Strike meno Prezzo Sottostante e viceversa per calcolare il Valore Intriseco di una Put, Prezzo Sottostante meno Prezzo Strike.
E’ facile intuire che il valore temporale di una opzione è più alto quanto più distante sarà la scadenza dell’opzione stessa. Avvicinandosi alla scadenza la componente temporale tenderà a diminuire sempre di più ed il prezzo dell’opzione varrà sempre meno.
E’ importante ricordare comunque che il valore temporale di opzioni Atm ed Itm è calcolabile in modo più o meno lineare in quanto per entrambe la componente temporale è una minima parte del loro valore. Discorso diverso invece per le opzioni Otm il cui decadimento temporale non avrà sempre la medesima intensità in quanto è proporzionale alla radice quadrata del tempo mancante a scadenza, ovvero la perdita di valore sara piccola fino a che la scadenza è lontana e aumenterà invece progressivamente con il passare dei giorni ed all’approssimarsi della scadenza.
Tralascio le altre greche primarie: delta, vega e theta delle quali si è scritto di tutto e di più e preferisco focalizzarmi sulla greca più importante e tecnica che rende le opzioni uno strumento esplosivo per la gestione del proprio portafoglio.
Il Gamma è un parametro che influenza sensibilmente il prezzo delle opzioni ed è piuttosto tecnico e di difficile comprensione.
E’ comunque importante conoscere questa greca poichè è determinante per la costruzione di strategie più o meno complesse in opzioni e la successiva gestione e profittabilità.
Come tutti sanno il Delta fornisce una misura diretta dell’impatto dei movimenti del sottostante sul prezzo dell’opzione. Nello specifico sappiamo che il Delta cambia sostanzialmente al variare della differenza che c’è tra lo strike price e la quotazione attuale del sottostante, a parità delle altre condizioni.
In pratica, quando una opzione Call passa dall’essere OTM, ad ATM e poi ad ITM, il suo Delta risulterà in progressivo aumento.
Per sapere di quanto è il cambiamento del Delta al variare del prezzo del sottostante ci viene in aiuto il Gamma.
Praticamente il Gamma dà una misura della velocità del cambiamento del Delta relativamente alla variazione del sottostante.
Il Gamma indica la minore o maggiore velocità con la quale il Delta si muove, rispetto a quanto si muove il sottostante. E, a tutti gli effetti, la misura di quanto il Delta di un’opzione cambia ad ogni incremento di un’unità nel prezzo del sottostante.
A livello operativo un Gamma positivo significa che il Delta di un’opzione salirà all’aumentare del prezzo del sottostante e, viceversa, che diminuirà seguendo il deprezzamento del sottostante. Al contrario, il Delta di un’opzione con Gamma negativo diminuirà all’aumentare del sottostante e salirà al suo diminuire.
La correlazione delle opzioni in acquisto è positiva rispetto al sottostante (una long call acquista valore al salire dei prezzi ed una long put acquista valore al decrescere dei prezzi) e positivo sarà il loro Gamma.
La correlazione delle opzioni in vendita è negativa rispetto al sottostante (una short call acquista valore al decrescere del sottostante ed una short put all’aumentare del sottostante) e negativo sarà il loro Gamma.
A questo punto è importante sapere che il Gamma è quasi nullo su opzioni Deep Itm e Deep Otm poichè il loro Delta ha una scarsissima reattività al movimento del sottostante ma invece ha una elevatissima reattività nelle opzioni ATM poichè sono le più sensibili a tutti i cambiamenti di prezzo del sottostante.
Alla luce di quanto scritto è obbligatorio ricordarsi che le opzioni Atm hanno il Gamma più elevato che sta a significare che il loro Delta ha maggiore sensibilità ai movimenti.
Si rende quindi necessario, per chi intende operare in opzioni, conoscere alla perfezione le strategie di Gamma ed il loro utilizzo per difendersi o attaccare con quella che è la Greca più importante e profittevole.