Leggo sempre piu' frequentemente sui forum finanziari concetti sbagliati e di conseguenza errato ( e spesso inconsapevole ) utilizzo dei future e delle leve. I margini di garanzia ( che servono per aprire un contratto future ) non sono i soldi che noi investiamo , noi investiamo il controvalore ( nozionale ) che rappresenta il future che andiamo a negoziare ( effetto leva ). A tale proposito riprendo parzialmente dalla rete una bella spiegazione con esemplicazione numerica per ribadire e chiarire ulteriormente il concetto.
Iniziamo con il minifib, più semplice da comprendere poiché assegna il valore di un euro ad ogni punto del Ftse Mib (moltiplicatore=1). Se quindi oggi l'indice è a 30.000, il contratto mini Ftse Mib avrà un valore di € 30.000. Per acquistarlo, grazie al meccanismo del margine di garanzia, non è tuttavia necessario versare per intero la somma, ma solo una parte della stessa detta appunto margine di garanzia. Se per esempio si opera in intraday, bastano circa € 1.500 come margine depositato. Quindi, a patto che si chiuda la posizione entro i 30 minuti precedenti la chiusura delle contrattazioni, si riescono a manovrare € 30.000 disponendo soltanto di € 1.500.
Se invece si vuol tenere aperta la posizione anche dopo la chiusura delle contrattazioni (overnight), quindi per due o più giorni, è necessario versare un margine più elevato, pari a circa il 7,5% del valore del contratto. In realtà, le richieste dei margini variano a seconda del broker tramite il quale si acquistano e vendono i futures, ma le cifre sono abbastanza standardizzate.
Il problema e la pericolosità dei futures sta proprio in questo meccanismo del margine di garanzia, che spesso trae in inganno gli investitori incauti e scarsamente informati. In pratica, il valore di ciò che si è acquistato o venduto è proprio di € 30.000, non di € 1.500 come alcuni sono portati a pensare.
E' questa la causa di tutti i problemi, del fatto cioè che si possano perdere molti più soldi di quelli investiti. Facciamo l'esempio di aver acquistato un contratto a 30.000, che ha quindi il valore di € 30.000 anche se noi abbiamo messo solo € 1500: se l'indice scende a 28.000 nel momento in cui rivendiamo il contratto questo avrà un valore di € 28.000 e la nostra perdita sarà pari a € 2000, anche se il margine di garanzia depositato era solo pari a € 1500.
I contratti futures permettono di investire al rialzo o al ribasso indifferentemente. Se, quindi, ho venduto il contratto 30.000, che ha quindi il valore di € 30.000 anche se il margine di garanzia rimane pari a € 1.500 e l'indice sale a 32.000, nel momento in cui lo riacquisteremo per chiudere la nostra posizione al ribasso, la nostra perdita sarà di nuovo pari a € 2.000, anche se il margine di garanzia depositato era solo pari a € 1.500.
Chiaramente l'intermediario finanziario non aspetta che il valore della perdita potenziale superi quello del margine depositato e ci chiamerà per reintegrare lo stesso, con la cosiddetta margin call, nel momento in cui questo è stato eroso dalle perdite potenziali. In quel momento, si potrà decidere di reintegrare i margini di garanzia con un altro versamento in contanti o liquidare la posizione prima che lo stesso margine sia completamente esaurito.
Talvolta, come immaginerete, i movimenti dei mercati sono così rapidi e repentini da non permettere che si abbia nemmeno il tempo di liquidare la posizione in perdita oppure reintegrare il margine di garanzia, portando le posizioni aperte ad avere perdite ben superiori agli stessi in pochi istanti. Ciò è tanto più vero e probabile quanto più esigui sono i margini depositati a garanzia rispetto al valore del contratto.
E' intuitivo che questo effetto di amplificazione possa anche giocare a nostro favore, nel caso in cui le nostre posizioni si muovano nella direzione sperata. E' per questo che i derivati offrono potenzialità di guadagno molto elevate, ma anche possibilità di perdite che possono portare conseguenze molto gravi. Un modo per avere ben presente il tipo di transazione che si sta facendo è quello di non farsi confondere dal margine di garanzia.
È quindi importante avere ben presente che si stanno investendo, per seguire l'esempio di prima, € 30.000 e non € 1.500, come potrebbe sembrare. Questo elemento da solo dovrebbe aiutare gli investitori a comprendere e meglio valutare i rischi che stanno assumendo. Purtroppo molto spesso è facile dimenticare tutto ciò e ritrovarsi a pensare di rischiare soltanto il margine di garanzia che si è versato.
I trader professionisti evitano di eccedere nell'utilizzo di questo strumento, cercando sempre di avere una disponibilità liquida pari o addirittura superiore al valore del contratto, anche se quella che viene versata con i margini di garanzia è chiaramente minore. Questo metodo di money management permette di avere ben presente la reale entità dell'investimento che si sta attuando, senza farsi ingannare dall'apparente esiguità dello stesso.
Il mio consiglio, per chi decide di operare con i contratti futures, è esattamente lo stesso, ossia quello di avere una disponibilità liquida pari al valore del contratto. Se quindi decidete di acquistare o vendere un contratto mini legato al nostro indice Ftse Mib, sarà opportuno avere una disponibilità liquida pari al valore dello stesso, quindi nell'esempio sopra a € 30.000.
Veniamo ora al contratto standard, che ha un moltiplicatore pari a cinque. Ciò significa che ogni punto dell'indice Ftse Mib vale cinque euro. Quindi se oggi l'indice è a 30.000 punti, il valore del contratto sarà pari a € 150.000 e i margini di garanzia richiesti sono € 5.000 per l'intraday e il solito 7,5% circa per le posizioni tenute oltre la chiusura. In questo caso sarà importante non dimenticare che si stanno investendo € 150.000 è non € 5.000, cosa che potrebbe essere altamente fuorviante e fonte di rischi enormi.
Chiarito tutto questo è importante comprendere come gli strumenti siano effettivamente molto comodi, proprio per il fatto che permettono di investire, ad esempio, su un intero indice, senza bisogno di acquistare i singoli titoli che lo compongono.
In conclusione per lavorare senza leva ( leva1) occorre avere sul conto la disponibilità del controvalore del nozionale che si intende utilizzare.