La scadenza tecnica del venerdi sulle opzioni settimanali ha parzialmente influito , assieme al dato sui No Farm Payroll , a ripristinare "ricoperture" col future alimentando le solite dinamiche di queste occasioni ( short sqeeze degli shortisti intraday ); malgrado questo e i bassi volumi le posizioni sono rimaste a mercato aumentando ( seppur di poco ) gli Open Interest totali sul future dicembre.
L'indice di ripartizione è ancora in zona "resistenza" , intorno al 40/43% di call andate ITM ( sul blog nella sezione didattica c'è una spiegazione sommaria di come funzionano queste dinamiche ) e si sono affacciati i primi incrementi di OI sugli strike 3180/3200 proprio , come spesso accade, sulla "resistenza" che rappresenta l'eccesso del 70/72% sulla ripartizione.
Fino ad ora il put call ratio era sempre nettamente a favore delle put , anche ora lo è ma in diminuzione , ( vedi immagini e grafici allegati ) e gli incrementi in call fanno capire che qualche ribassista si sta approcciando al mercato.
Io seguo le loro posizioni ribadendo quello che ho già detto due giorni fa. Sulle resistenze della ripartizione si apre in spread comprati e ci si finanzia con le call vendute ( per il necessario della spesa sostenuta) ; alla ( eventuale ) rottura , come in questo caso , si incrementano piano piano le vendute negli spread o nei ratio , ci si protegge " dietro" in caso di necessità di rollaggi ( senza entrare nel merito della eventuale protezione col future che ancora è prematura trattandosi delle scadenze dicembre e marzo).
Concludendo , il trend sta salendo con pochi volumi, con poche posizioni ( OI ) che rimangono a mercato ma che sostengono il trend ( visto la mancanza di venditori ) ma qualcuno si sta "affacciando " ( anche se a distanza di sicurezza ) a manifestare una volontà diversa. Sappiamo bene che il rally di Natale , statisticamente atteso da tutti , è sempre stato fatto con pochi volumi , in una sorta di tacito accordo di "non belligeranza" tra i gestori che devono incassare fees, ma attenzione a questi livelli di prezzo , sostenuti molto anche dai buy-back sulle aziende USA che preferiscono riacquistare azioni proprie ( per diversi motivi che ho piu' volte spiegato quali debiti a costo zero, CEO che hanno la parte variabile del loro compenso legato all'andamento del titolo stesso, riduzione del numero delle azioni su cui distribuire utili per farli "apparire" piu' alti, ecc ).
Mi aspetto uno storno fisiologico , statisticamente la prima quindicina di novembre i mercati stornano un poco per "ripartire" per il rally di Natale ma le statistiche con i QE ( immissione di liquidità perenne ) hanno perso molta della loro valenza ( sebbene questa è una delle poche che ancora ha fondamento ) . Non mi aspetto uno storno importante come lo scorso anno tra fine novembre e dicembre , molti paragoni che leggo non li condivido affatto e sono totalmenti fuori luogo ; la situazione macroeconomica era completamente diversa, la Fed , nella persona di Powell, aveva annunciato che avrebbe rialzato i tassi nel 2019 per ben tre volte e il mercato non aveva affatto apprezzato questa linea di condotta perdendo circa il 15% in poco piu' di un mese , politica macro prontamente "ridefinita" proprio in occasione del Natale con un grosso "dietro front" da parte della Fed ( incalzata anche da Trump ) e i mercati hanno prontamente reagito con il rally che tutti abbiamo visto ripristinando i prezzi alle condizioni precedenti.
Tecnicamente uno storno fino alla chiusura del gap lasciato a 2950 punti circa sarebbe propedeutico per una nuova ripartenza ed è quello che sarebbe auspicabile.